Fuori Campo

Fuori Campo

Rifugiati, migranti e richiedenti asilo, in Italia da molti anni, vivono spesso in condizioni di marginalità estrema. Sono persone: uomini, donne e bambini.

Da due anni portiamo avanti in tutta Italia un’attività di monitoraggio delle condizioni di vita e dell’accesso ai beni essenziali come l’alloggio, il cibo, l’acqua e le cure mediche di queste persone, escluse dai centri di accoglienza e costrette a vivere in edifici abbandonati, baraccopoli, stazioni ferroviarie, parchi e altri insediamenti informali.

A Bolzano, un numero crescente di migranti che cerca di attraversare le frontiere del Brennero, è costretto a dormire e vivere in strada, sotto i ponti e sulle rive del fiume.

Sono richiedenti asilo in attesa di ricevere un posto in un centro di accoglienza o a cui l’accoglienza è stata revocata; o migranti in cerca di protezione in un altro Paese europeo bloccati alla frontiera, o a cui è stata negata ogni assistenza subito dopo gli sbarchi perché catalogati come “migranti economici” negli hotspot.

Sono esclusi dall’accoglienza a causa di leggi comunitarie – come il “Regolamento Dublino” – e dei limiti di un sistema di accoglienza che ha un numero di posti insufficiente e una qualità inadeguata dei servizi erogati all’interno delle proprie strutture, per il 90% a carattere emergenziale.

Quando le istituzioni si accorgono di loro, spesso l’unica soluzione adottata è lo sgombero forzato.

Il Comune di Roma ha classificato lo sgombero di questo palazzo occupato in viale delle province come prioritario. Nel palazzo vivono anche intere famiglie con bambini. R. viene dal Venezuela, è un professore di antropologia e un richiedente asilo.

Intendiamo monitorare le condizioni di vita e l’accesso alle cure mediche di richiedenti asilo e rifugiati presenti stabilmente o in transito presso insediamenti informali in Italia.

Con il supporto della società civile, il nostro obiettivo è stimolare le autorità ad assumersi le proprie responsabilità in merito all’assistenza di popolazioni vulnerabili e al loro accesso a diritti fondamentali come l’alloggio, il cibo, l’acqua, le cure mediche a prescindere dallo status giuridico.

I Rapporti Fuori Campo 2016 e 2018 nascono dal nostro lavoro di monitoraggio degli insediamenti informali e delle sacche di marginalità sociale, oltre che dall’analisi compiuta nei nostri progetti e dalla collaborazione con una fitta rete di associazioni locali.

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Campeggio

il 10 agosto viene sgomberato un edificio in via Quintavalle, a Cinecittà, dove vivono circa 60 nuclei familiari, italiani e stranieri. Il Comune di Roma propone soluzione abitative soltanto a donne e bambini.

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Pantaloni e camicie

A Catania gestiamo una clinica per richiedenti asilo e rifugiati dimessi dagli ospedali, ma non ancora autosufficienti. Il quartiere di San Berillo è uno dei più antichi della città.

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Vieni a salvarci, Gesù!

A Bolzano sono circa 200 i migranti costretti a vivere in strada, sotto i ponti e nei parchi della città. Tra loro, persone che hanno manifestato l’intenzione di chiedere asilo e per la legge italiana avrebbero diritto nell’immediato a un posto in una struttura di accoglienza, ma a cui viene negato sulla base di una Circolare.

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Pane e Rose

Il 19 agosto la polizia sgombera un edificio in via Curtatone, dove vivono almeno 800 rifugiati in prevalenza eritrei ed etiopi. A bambini, madri e disabili viene consentito di restare nell’edificio. Altre 200 persone, in prevalenza donne, dormono all’aperto, nell’adiacente piazza Indipendenza: non hanno altri posti dove andare.

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